giovedì 13 dicembre 2007

Ornella Muti: "Io, diva a dispetto dell'età"

L'intervista...

Ornella Muti
"Sto a riposo forzato, il cinema mi ignora". Quando a pronunciare queste parole è una stella di prima grandezza del cinema italiano, un simbolo di bellezza e fascino amato anche all'estero, si impone un approfondimento. Lo sfogo via stampa di Ornella Muti, risalente a qualche giorno fa, non è passato inosservato. Possibile che all'età di 52 anni un'interprete sensibile e un'icona di fascino debba rassegnarsi al dimenicatoio? Ne abbiamo parlato con la diretta interessata.
Ornella, lei denuncia la caduta di interesse del cinema italiano nei suoi confronti a causa dell'età. Possibile che registi e produttori abbiano la memoria tanto corta?
"Oddio, hanno esagerato. Non posso aprire bocca che le mie affermazioni vengono amplificate in maniera estrema. Volevo solo dire che un certo cinema italiano che adoro non mi cerca, è rimasto ancorato al glamour che mi caratterizzava in tutto il mondo soprattutto negli anni Ottanta e Novanta, quello della super diva internazionale. Ecco, mi dispiace che i registi italiani, da Muccino a Tornatore, da Salvatores a Giordana non mi chiamino. Però lavoro ancora in ogni parte del mondo. Ora nei cinema è in programmazione il mio ultimo film Civico 0, diretto da Francesco Maselli, per cui la critica si è molto complimentata con la sottoscritta. Ho seminato bene, no?".
Esistono attrici, già sex symbol ai loro tempi, che continuano a lavorare tra tv e cinema, cito ad esempio Virna Lisi e Lisa Gastoni. Molte ripiegano sulle fiction. Perché lei no?
"Ho rifiutato decine di fiction che non mi avevano convinto, a volte sbagliando. Ma ne ho anche girate di importanti, come Il grande Fausto con Castellitto, Il conte di Montecristo con Depardieu fino all'ultimissima L'inchiesta, di Giulio Base con Daniele Liotti. In questa fiction sono Maria Maddalena, un ruolo bellissimo, struggente. Preferisco scegliere come ho fatto per Il sangue e la rosa, che vedrete prossimamente, con Gabriel Garko, Virna Lisi, Giancarlo Giannini e Alessandra Martines. Ho avuto un ruolo in costume assai torbido, breve ma molto incisivo".
Il suo "j'accuse" coinvolge tutto l'ambiente cinematografico italiano di oggi. Dice che prima i registi amavano gli attori, ora dirigono per l'occasione e stop. Può spiegarci meglio questo punto di vista?
"Registi come Marco Ferreri con il quale ho fatto tre film, ti amavano e sceglievano lavorando sulle tue corde.Ti vivisezionavano al punto da tirar fuori il meglio di te. Ancora oggi Storie di ordinaria follia, per il quale vinsi il mio primo golden globe, è il mio film preferito. La prostituta Cass è un personaggio straordinario, un regalo del grande Marco, quanto mi manca. Non dimentichiamo i produttori come De laurentiis che ti prendevano e se credevano in te ti lanciavano ad Hollywood. Io a 24 anni ero sul set del primo film americano di Dino, Flash Gordon, i media mi salutavano come la nuova Loren (adoro Sophia). Pranzavo con John Travolta ed incontravo Robert De Niro, meravigliosi ricordi. Ecco, ho preso la coda del grande cinema che ha reso mitiche Sophia, la Lollo e la Cardinale".
Per anni lei è stata il simbolo di una bellezza acerba, inquieta e irresistibile del nostro cinema. Quali sono i ricordi più piacevoli della sua ricca carriera cinematografica?
"Ho ricordi bellissimi, sapete, dopo oltre cento film. Cito quando ho presentato gli Oscar, quando gli americani nel 1994 mi hanno eletta la più bella del mondo, la mia nomination agli oscar europei per Codice Privato. Ho in mente il divismo di Stallone, il fascino di Jeremy Irons, la classe di Rupert Everett. Senza dimenticare chi non c'è più: Gassmann, Sordi, soprattutto Tognazzi, un istrione meraviglioso. E ancora John Candy, l'eccezionale Philippe Noiret. Potrei scrivere un libro sul cinema, prima o poi lo farò".
Esistono giovani attrici che l'hanno impressionata per abilità interpretativa e carisma? Parlo delle italiane come delle straniere.
"Tante. Ad esempio la Solarino e la Capotondi, deliziose e moderne, molto brave. Bravissima anche la splendida Mezzogiorno. Le straniere: mi piacciono Charlize Theron e Angelina Jolie. Poi adoro Naike Rivelli, non perche è mia figlia. Nel suo ultimo film americano Open Graves è bravissima".
Alcune attrici, come Francesca Neri, Laura Morante e Valeria Golino, lavorano e sono apprezzate anche all'estero. Trova anche lei offerte di lavoro più interessanti fuori dall'Italia?
"Ma io lavoro da sempre all'estero. A 17 anni ero già una piccola star in Spagna, a 24 mi cercava chiunque negli Usa. Ho recitato in francese tanti film importanti, ho lavorato in Germania, Brasile, Portogallo, è del tutto naturale per me. Ho solo un piccolo rimpianto: aver lasciato Hollywood troppo presto, rifiutando film come 007 - Solo per i tuoi occhi o Splash, una sirena a Manhattan. Ho sempre messo il cuore davanti a tutto e per amore ed amicizia tornai in Italia".
Dei suoi partner cinematografici maschili, da Celentano a Ben Gazzara fino a Depardieu, di chi conserva un ricordo speciale?
"Di Tognazzi e Noiret ho già detto, poi senz'altro Celentano, De Sica,Verdone e anche il povero Francesco Nuti".
Che ne pensa del "fenomeno Bellucci"?
"Monica è bellissima, fantastica. L'ho amata in L'ultimo Capodanno. Merita il successo mondiale che ha".
Lei ha tre figli: Naike, Andrea e Carolina. Alcuni di loro tentano la strada della celebrità dello spettacolo. E' d'accordo? Cosa consiglierebbe e un giovane che voglia sfondare nel cinema o in televisione?
"Naike ha girato tanti film, Carolina ha appena esordito. Insieme al giovane Maradona jr sono protagoniste del bellissimo calendario Ragazzi contro la violenza, prodotto da Rosario Porzio e Fabrizio Rivelli. Spero facciano strada perché meritano. Se si vuol fare sul serio nel mondo dello spettacolo bisogna studiare tanto ed essere accompagnati da una grande dose di fortuna. Nessuno sfugge a queste due regole".

Cristiano Sanna Tiscali News

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