sabato 27 ottobre 2007

LA VIOLENZA DEL CYBERSPAZIO


La cultura occidentale della bellezza, fondata su canoni esagerati di magrezza si fa largo anche nel cyberspazio che è lo “spazio di comunicazione aperto dall’interconnessione mondiale dei computer e delle memorie informatiche”.
Non c’è un sito nel word wide web, in cui non compaia un messaggio pubblicitario accompagnato da una donna bellissima, per lo più modelle o personaggi televisivi. E poi, i cambi di identità, le descrizioni fisiche non vere, personalità assolutamente inventate all’interno delle chat line, sono per noi segno di non accettazione e di inadeguatezza al mondo sociale che si vive.

Si tende a descriversi sempre come migliori al fine di essere accettati almeno all’interno di uno spazio dove la propria immagine non è reale.
Un modo in più per poter sognare ma anche nascondersi fuggire da una società che non tollera chi non riesce ad apparire bello, ricco ed intelligente. Ma se per cultura intendiamo un sistema di simboli mediati dal linguaggio, dobbiamo quindi necessariamente intendere per cultura tutto ciò che ci viene trasmesso dai media, principali produttori di simboli.
Essi interagiscono con la nostra percezione della realtà, inserendo nel nostro mondo reale un mondo rappresentato, che detta mode e tendenze.
Anche il virtuale è influenzato da questa tendenza, suggestionato dal cinema cerca di giocare d’anticipo i gusti del pubblico facendo sue protagoniste curve d’acciaio, labbra che uccidono, buone o cattivissime le nuove eroine che conquistano tutti.
Il risultato finale è che il cyberspazio ha fatto sua quella parte della cultura occidentale che vede nella bellezza e nell’immagine il fondamento del successo.

Emanuela Varietà redazione Ragazzi contro…

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